News

Ecco una notizia riportata da il quotidiano romano Il Messaggero:

Centocinquanta volte al giorno. Una volta ogni 9 minuti. È la frequenza con cui i millennial − i nati tra la fine degli anni 80 e la prima parte dei 90 − controllano il proprio smartphone. Un gesto quasi meccanico che secondo alcuni studiosi avrebbe ormai raggiunto le caratteristiche di una dipendenza. Soprattutto se il dispositivo viene sbloccato per accedere alle piattaforme social. I vari Facebook, Instagram, YouTube, Twitter e Tik Tok infatti, hanno un utilizzo medio di circa 30 minuti al giorno ciascuno. Un monitoraggio quasi ossessivo dello smartphone che però non è imputabile solamente a uno scarso auto-controllo degli utenti o a una vita social iperattiva. Le app infatti sono spesso progettate con l’intento preciso di creare dipendenza. Ci sono strumenti utilizzati da chi progetta le app per mantenere attaccati gli utenti ai dispositivi. La variabilità dei premi infatti, li rende incerti: devi abbassare la leva per scoprire cosa puoi ottenere, e una volta ottenuto ne vuoi ancora. Un loop ludico molto stressante che però, al contrario di quanto si possa pensare, non spinge gli utenti a spegnere i dispositivi, anzi.
Ad una maggiore frequenza d’uso del cellulare, pare corrispondere un maggior ricorso allo switch verso altri social e, probabilmente, lo sviluppo di dipendenza.
Il fenomeno ormai è talmente diffuso che, in Italia e nel resto del mondo, sono tantissime le iniziative nate per contrastarlo. Una delle ultime ad esempio ha visto 50 studenti tra i 18 e i 30 anni rifugiarsi in montagna abbandonando gli smartphone. Un weekend per disintossicarsi e riprendere il controllo della propria vita!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Mostra i commenti sul post