Podcast, chat audio, social, reportage. Lo sguardo di Francesco nel Messaggio per la 56.ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali è alle nuove forme dell’informazione attuale, ma l’invito a giornalisti e comunicatori è ad andare in profondità e cogliere l’essenza di ciò che si racconta, si pubblica, si registra. Azione possibile solo attraverso l’“ascolto”, che non significa “origliare o spiare” o tantomeno “parlarsi addosso” come spesso accade nel dibattito pubblico, ma “l’ascolto di sé, delle proprie esigenze più vere, quelle inscritte nell’intimo di ogni persona”. Un modo anche per superare ostacoli e pregiudizi, come quelli sui migranti che non sono “numeri” o “pericolosi invasori”, o per intercettare il “disagio sociale” alimentato dalla pandemia.
“Ascoltare”, quindi.