Gli studenti di terza del liceo scientifico Piero Bottoni di Milano, smanettano a più non posso sui loro smartphone durante l’ora di lezione. Niente Whatsapp, Spotify o TiKTok. Solo una sana lezione di fisica sotto lo sguardo attento del professor Alberto Martelli, docente di matematica e fisica: «Lo smartphone si è dimostrato uno strumento didattico straordinario. Direi indispensabile. Quando studiamo il moto dei corpi, faccio riprendere con la videocamera del telefonino l’oggetto che si sposta, poi con un apposito software facciamo tutte le misurazioni». Utile e coinvolgente sembra di capire. Gli studenti ne sono entusiasti: «Impariamo meglio». I genitori tirano un sospiro di sollievo: «Finalmente i nostri ragazzi hanno capito che non è solo uno strumento per giocare».