Un campanello di allarme che risuona dalla nuova indagine Ocse-Pisa 2018 che valuta le competenze dei 15enni rispetto alla lettura, la matematica e le scienze. Leggiamo? E soprattutto comprendiamo ciò che leggiamo? Anche noi adulti. Secondo l’Ocse, in Italia non ci sono solo alcuni studenti con problemi ma «11 milioni di persone che si informano per sentito dire non riuscendo a comprendere fino in fondo un articolo di giornale (o un contratto di lavoro)».
Come fa notare Gigio Rancilio sul quotidiano Avvenire, il problema riguarda anche «il 20,9 per cento di diplomati e il 4,1% di laureati». Perché analfabeti funzionali si diventa. «Chiunque, infatti, non esercita le competenze che ha imparato a scuola, nel tempo le perde». E a furia di leggere sul digitale tanti testi brevi (messaggi, email, ma anche notizie flash) e a furia di scrivere messaggi senza punteggiatura ma pieni di faccine e di sigle (o addirittura dettati a voce) disimpariamo a leggere e a scrivere. Quello che stiamo vivendo è un paradosso doloroso: siamo così bombardati da sollecitazioni che mediamente consumiamo ogni giorno migliaia di parole.
La situazione è seria e grave anche per un’altra ragione: già oggi il 48% delle ricerche internet avviene utilizzando la voce e non digitando testi. E così accade ai messaggi: i ragazzi li dettano, non li scrivono (si fa meno fatica). Anche l’avvento degli assistenti vocali sta facendo diventare sempre meno centrali la lettura e la scrittura, a favore dell’uso della voce. Come possiamo salvarci? Maryanne Wolf ha una speranza: «Dobbiamo far evolvere nelle nuove generazioni un cervello bi-alfabetizzato, in grado di leggere in modi distinti, usando la velocità quando è necessario, ma riservando tempo ed energie anche alla lettura profonda». Per farlo, servono impegno e tempo. Quel tempo che già oggi ci manca, al punto che cerchiamo sempre più spesso letture «facili e comode». Pensieri non troppo profondi e parole non troppo spiazzanti, ma testi che ci impegnano poco e ci dicono quello che desideriamo sentirci dire. Vogliamo essere coccolati dalla lettura. Accarezzati sulla pelle, ma non toccati nel cuore e nella mente.