News

Silenzio e ascolto: strada obbligata per chi comunica. Lo scrive Vincenzo Corrado, direttore dell’Ufficio delle Comunicazioni Sociali della CEI, in un articolo su Vita pastorale a commento del messaggio per la 54a Giornata mondiale delle comunicazioni sociali. 

Il messaggio è un testo che parla a tutti, perché tutti comunichiamo. Resta, quindi, deluso chi cerca un appello o un’applicazione a una dimensione particolare dei media odierni: i social, l’ambiente digitale, la stampa, il cinema, la radio, la Tv… No, il Papa non ci parla di una dimensione particolare, ma le comprende tutte. È l’ordito della comunicazione: l’insieme dei fili che raccontano la vita di ciascuno e tra i quali viene inserita la trama a formare l’intreccio delle nostre storie. È l’immagine del telaio su cui il Papa si sofferma nel messaggio. «Le storie di ogni tempo hanno un “telaio” comune: la struttura prevede degli “eroi”, anche quotidiani, che per inseguire un sogno affrontano situazioni difficili, combattono il male sospinti da una forza che li rende coraggiosi, quella dell’amore. Immergendoci nelle storie, possiamo ritrovare motivazioni eroiche per affrontare le sfide della vita».

Tutto si tiene nella narrazione. Perché? Francesco lo spiega con queste parole: «I racconti ci segnano, plasmano le nostre convinzioni e i nostri comportamenti, possono aiutarci a capire e a dire chi siamo». E ancora: «L’uomo è un essere narrante perché è un essere in divenire, che si scopre e si arricchisce nelle trame dei suoi giorni… ».

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Mostra i commenti sul post