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Ci voleva il coronavirus – e questa esplosione di comunicazioni digitali – per far diventare improvvisamente datato lo strumento principe su cui si è da sempre basata la nostra vita digitale: l’email.
Di tutte le email che riceviamo, quante ne apriamo effettivamente? Sempre meno. E questo accade per una trasformazione che la pandemia ha solo accelerato…
Sulla email cosa è rimasto esattamente? Tanta roba, ma spesso poco interessante…
Ma l’email serve e servirà sempre: rappresenta la nostra identità digitale, quella con cui ci siamo iscritti a Netflix e Spotify, a Google e Facebook. Senza non potremmo fare quasi nulla nel mondo digitale. Ma ormai è uno strumento per autenticarci più che per comunicare. Per dire al mondo chi siamo, piuttosto che per dire agli amici come stiamo.

 

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