Maggio, 2022
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Comunicare con i cuori è quello che fanno i bambini quando non conoscono la lingua uno dell’altro e sanno che cosa dirsi;
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Comunicare con i cuori è quello che fanno i bambini quando non conoscono la lingua uno dell’altro e sanno che cosa dirsi; quel fanciullino pascoliano che non ci deve mai abbandonare.
Il lavoro dell’ascolto è altrettanto importante rispetto a qualsiasi altro lavoro si possa svolgere a livello di comunicazione. Quando la persona che ti sta davanti si sta raccontando qualcosa di così importante che è la sua vita, un momento della sua vita, tu non puoi fare altro che cambiare e iniziare ad ascoltare; ascoltare in religioso silenzio. E nel momento in cui quella persona parla, tu stai diventando più ricco.
Marco Carrara, autore e conduttore di Agorà e Timeline su Rai 3 intervista Paola Saluzzi, giornalista e conduttrice di L’ora solare su TV2000:
♦ Da dove è partito il tuo lavoro, perché hai deciso di raccontare la storia delle persone? Quando hai detto voglio raccontare, voglio fare informazione?
Grazie alla mia curiosità; la mia volontà di diventare una che fosse capace di ascoltare gli altri, è nata soprattutto quando ho ripreso il mio lavoro a TV2000 nel 2017, con un programma “Ritratti di coraggio, deputato a raccontare storie di persone meravigliosamente coraggiose, che hanno tutte un comune denominatore: non ritengono di fare cose speciali… Poi, ad un certo punto mi sono resa conto che dopo anni di tantissime esperienze diversissime esperienze lavorative, ho pensato che il racconto che vuol dire ascolto dell’altro, fosse diventata la cosa sulla quale specializzarmi di più. Con il programma “L’ora solare” volevo raccontare storie di persone che, partendo da difficoltà immense che la vita, prima o poi, ci regala, testardamente, tenacemente e splendidamente, hanno proseguito e hanno continuato, finché non è tornato il sole, la luce nella loro vita o nella vita degli altri.
Io con il mio lavoro sento di essere un ponte, che collega una storia a tutti gli altri che quella storia non la conoscevano. E poi a me piace guardare dritto negli occhi qualcuno che ti sta svelando una parte bella e importante della propria vita.
♦ Tu come ti poni di fronte a queste storie?
Molte volte mi sono sentita quasi in colpa perché quell’intervista fosse finita e ne stesse iniziando un’altra. Intendo dire: nell’istante in cui tu ti concedi in un incontro e sveli i tuoi sentimenti, ci vorrebbe un tempo sospeso in cui rimanere con quelle persone, chiacchierare ancora, parlare ancora. Sicuramente oggi, quelle storie io continuo a tenerle, è come se stratificassi tutto ciò che le persone mi hanno detto, e spesso le contatto, le raggiungo con un messaggio, un’indicazione, un augurio. Non posso abbandonarle; vorrei veramente ricordartele tutte! Quando tu riesci a realizzare nell’ascolto il top dell’attenzione, non riesci a togliere gli occhi dagli occhi; vieni assorbito dal racconto. Sentire che le persone non sono numeri, ma sono storie.
♦ Ci sono storie di personalità più conosciute, celebri che magari, di fronte al pensiero “so già tutto di loro!” ti hanno poi stupito?
La persona che tu non conosci, è chiaro che corrisponda all’apertura di una porta mai aperta prima, ma la soddisfazione che provi è tale e quale a quella dell’ascolto con il cuore che tu fai di un grande nome e a un certo punto lo apre quel piccolo varco, se si fida di te. Quella micro-finestra ad un certo punto la concede.
Ora
(Domenica) 19:00 - 19:25
Luogo
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